lunedì 30 gennaio 2012

Come Quando Fuori Piove

Ieri sono tornata per due ore nella dimensione dell'infanzia. Sotto la neve che fioccava senza sosta, vestita come una barbona, calzaamagliacalzinijeansmaglittinamagliettamaglionesciarponadoppioguantocappelloparaorecchie e giacca trovata in casa di otto taglie in più di proprietà di un qualche coinquilino precedente, mi sono lanciata giù per le colline del parco rannicchiata su un sacco del pattume, e ho anche fatto un pupazzo di neve pacifista con una cicca spenta in bocca, ma così pacifista e indie-punk che sotto, sulla palla più grossa che faceva da corpo formica, io e gli altri abbiamo scritto FREE HUGS coi bastoncini..
Babba bia.
Però è stato così bello, e liberatorio, anche.
Mi sono dimenticata di quello che mi chiedo spesso, cioè come mai volevo andare a vivere al mare e sono finita in mezzo ai monti, e anche della lista di cose che ho deciso di voler fare.
Che sono così tante che se ci penso per davvero, se focalizzo, mi sale l'ansia.
L'ansia di non riuscirci.
Di lasciare scivolare via la libertà che possiedo, di chiudermi le porte in faccia da sola, di appoggiarmi sulla vita e sulle cose che mi circondano, senza cercare di migliorare mai.
E a volte mi ripeto che sono una pazza scatenata, perché io non faccio così, non mi faccio intimorire, non al punto da rassegnarmi.
E allora chiudo gli occhi, respiro l'aria gelida e qualche fiocco di neve che mi bagna la parte interna del naso, punto i talloni che scricchiolano sulla terra congelata, spingo con un colpo secco in avanti, mi accuccio aerodinamica, e, mentre il vento mi arrossa la faccia e le lacrime di freddo si congelano sulle guance, mi lascio andare.
Senza paura.

giovedì 29 dicembre 2011

'LA FILOSOFIA DELL'AMORE'

Le fonti si confondono col fiume
i fiumi con l'Oceano
i venti del Cielo sempre
in dolci moti si uniscono
niente al mondo è celibe
e tutto per divina
legge in una forza
si incontra e si confonde.
Perché non io con te?

Vedi che le montagne baciano l'alto
del Cielo, e che le onde una per una
si abbracciano. Nessun fiore-sorella
vivrebbe più ritroso
verso il fratello-fiore.
E il chiarore del sole abbraccia la terra
e i raggi della Luna baciano il mare.
Per che cosa tutto questo lavoro tenero
se tu non vuoi baciarmi?

Percy Bysshe Shelley

domenica 31 ottobre 2010

Fuori c'è un turbinio di foglie secche e vento.
Son stanca.
Ho perso il conto delle millemiglionidimiglia fatte in due giorni, trenoautopiedibiciautotacchialti e via dicendo. Due sorrisi, una tartina, un bicchiere di bianco, "Ciao!" e "Piacere!", valigia, dov'è il pigiama, ah aspetta che mi lavo i denti, pranzi qui?no.si.no.si.t'ho detto di no.si.va bene si.
Son qui.
Adesso.
Son seduta.
In camera mia.
Si.
Mia?
Beh si, dai, ci sono le mie cose, non più tutte, ma ci sono.
Non ho capito perchè se scrivo due righe sembro sempre triste..
Questa scrittura piagnucolosa mi rovinerà l'umore prima o poi.
E' meglio se vado a ritrovare il mio l'odore nelle lenzuola, e dormo. Ecco.
E da una rapida occhiata alle righe sopra non si capisce assolutamente in quale remoto angolo di mondo mi trovi.

Letto.

sabato 9 ottobre 2010

Cristina suonerà di nuovo al campanello

Dopodomani.
Un treno, tre ore e mezzo di viaggio, una valigia e un trolley.
Forse la musica nelle orecchie.
Forse mi addormenterò o forse no.. Forse guarderò avvicinarsi le Alpi.
Cristina sarà in stazione, io sarò confusa, felice, come sempre.
Sarò senza tetto per un po'.
E poi..
E poi Cristina suonerà di nuovo, senza preavviso, con il Barolo invece che con la Porca di Murça, con la stessa risata, la borsa a tracolla, il tabacco da rollare per fumarsi una sigaretta.
Forse avrà la chitarra.
Di sicuro mi farà da guida per la città.
E si cambia vita, di nuovo.
Forse ci ho preso gusto.
Forse.

giovedì 3 dicembre 2009

Non c'è affatto male

Mi sono ammalata (ma niente suina per me) e-sat-ta-men-te nel weekend prima delle ferie, in cui venivano la zia con duemila bambini che non vedo mai (come farò con tutti questi cuginetti di cui quasi non ricordo i faccini paffuti?), ma soprattutto in cui amici da tutt'Italia dei bei tempi di Lisboa si riunivano qui nei pressi per una favolosa reunion a cui io sono stata l'assente.. sigghe sigghe.
E mi sono anche giocata anche tre giorni di ferie, con le ore d'aria come i carcerati, nell'attesa che l'INPS (che non è mai arrivata) passasse a controllare se ero ammalata o in viaggio per il Messico..
Mi sono sentita un incrocio mal riuscito tra Paperino e Fantozzi [voce fuori campo: com'è umano lei!].

mercoledì 9 settembre 2009

Dopo ore chiusa in una biblioteca illuminata dal neon, convintissima che fuori fosse nuvolo, ed invece davo solo le spalle alla finestra, dopo un pomeriggio che mi assicurerà incubi in lettere geroglifiche per i prossimi dieci giorni, torno a casa e NON SOLO ho una bizzarra quanto simpatica conversazione (leggi: consueta e snervante lite)con la mmmadre, ma devo anche tramutarmi in Moira Orfei per sedare le lotte furibonde di tre felini d'appartamento, avvinghiati in un'unica abnorme palla di pelo (con ciuffi che come da manuale si dipanano a destra et a manca) dotata di tre teste, tre code, molti artigli e pochi denti (eh, la vecchiaia, cosa vuoi mai..).
Piccole avventure quotidiane.

Ed ora?
Ed ora niente.. sono sola in questa casina che si sta svuotando con lentezza degli oggetti di qualcuno che ci abitava, mentre qualcun altro colma quegli spazi vuoti di tristezza e preoccupazione.
Ed io sto nel mezzo, a nascondere qualche briciola sotto il tappeto e prendermi addosso insulti perchè son troppo ottimista.
Ma non è ottimismo, è istinto di sopravvivenza: mi dico che andrà tutto bene, perchè molte cose vanno male.
Non è che sono stupida, ma solo speranzosa.. spero che tutto vada per il meglio, e provo a non piangere quando mi sembra che non cambi niente di niente. Cioè ogni giorno.

E fa male scoprire che la bacchetta magica non esiste.

lunedì 10 agosto 2009

Il gatto mi ha mangiato la lingua?

Mmm, no!
Semplicemente, è finito l'erasmus.
E' finita la magia, la vita ai 200 all'ora, non ho più Caparica e le spiagge dorate oceaniche a due passi, le strade arrampicanti di Lisboa fuori dalla porta, non vivo più nottate senza fine e scoppiettanti nel Bairro Alto.
A volte la malinconia vince.. la nostalgia, il rimpianto.
In una sola, efficace, languida parola: sinto muita saudade.
Uma saudade quase impossivel a matar.
Poi mi distraggo con le cose che ho qui, e tutto passa.
E mi dico che son fortunata, perchè se non ci fosse stato nulla e nessuno ad aspettarmi in questa cittadina un po' insipida, calda, umida e piena di zanzare, sarei impazzita.. e per non impazzire mi sarei data alla macchia.
Ma Amiche e Amore addolciscono le ansie del ritorno, e rendono rosei anche certi tramonti opachi e un po' industriali che si concludono in un orizzonte lattiginoso e stanco.

In fondo non posso certo vivere sprofondata nel passato.
Posso solo continuare ad essere creativa e a fare progetti, e a costruirmi attesa e curiosità verso un futuro superlativo!